lunedì 2 gennaio 2017

LA SCOLA



 Le origini del borgo La Scola, la cui  esistenza risale al VI sec.  - uno dei meglio conservati dell'Appennino Bolognese - è sicuramente documentata dal 1385.



Il borgo fu edificato dai maestri Comacini in posizione strategica alta sulla vallata sottostante e adiacente agli incroci delle strade che a livello locale erano le più importanti . Proprio da questi caratteri deriva il nome Scola. Per alcuni SKult dal  tedesco nel senso di soldato d’avanguardia – vedetta  per giungere in ultimo all’espressione sculca nella legislazione longobarda, nell’editto di Rotari  del 643/654 e nella successiva normativa del 744 – 749 di Ratchis con la quale il termine era riferito all’esercito par disegnare quei gruppi di soldati itineranti con mansioni di vigilanza, di esplorazione.


 Pertanto luogo militare, qui passava il confine che divideva l’Esarcato dalle terre dei Longobardi, la vocazione di posto di difesa, di baluardo contro i nemici venne con il tempo rafforzata grazie alla costruzioni delle mura e delle torri. L’aspetto attuale del borgo si è formato tra il XIV e XVI quando gli abitanti del contado presero possesso delle terre lasciate dai monasteri e dalle famiglie nobili che rientravano nelle città. Le torri si trasformarono in  abitazioni per opera dei Maestri Comacini. 

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Tanti sono i segni di quel tempo giunti sino a noi, il più importante degli edifici è la Casa Parisi  (famiglia che fino al ‘700 fu proprietaria del Borgo) che si affaccia sulla corte centrale,  sul portone in serraglia si legge “Ostium non hostium” (porta non per i nemici) e ai lati dello stesso sono presenti le “traditore”.



Di fronte allla casa sorge la residenza precedente dei Parisi risalente al 1300 la cui facciata è abbellita da una meridiana del 1700 su cui campeggiava lo stemma della famiglia che si presume sia stato abraso durante il periodo Napoleonico. La famiglia Parisi è rimasta unica proprietaria del borgo fino al '700; ancora bellissimo è il portone in noce massiccio e borchie di ferro con feritoie ai lati dalle quali si sparava con gli archibugi.

L'arco tra le due case Parisi


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L'ORATORIO DI SAN PIETRO





Attraverso il voltone chiamato Parisi ci troviamo di fronte all’Oratorio di San Pietro edificato nel 1616 dal Canonico Don Pietro Angelo Parisi.



Sul lato opposto all’oratorio si apre un arco che era il passaggio obbligato per l’accesso al borgo. Sotto il voltone era l’ingresso dell’antica  osteria del Borgo, percorrendo il vicolo ci troviamo di fronte al cipresso monumentale che da circa 700 anni si erge maestoso  sulla piazzetta dove al civico 7 nacque Arturo Palmieri storico della montagna Bolognese.

 
Risalendo verso la parte alta del borgo  sulla nostra destra si noti l’oratorio di San Francesco, realizzato nel XVII secolo sui resti di un’antica torre ora inglobato in una casa privata.

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PER LE VIE DI LA SCOLA

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(foto e testi presi dal web, in particolare dal sito del Touring Club: