sabato 17 febbraio 2007

BRISIGHELLA

Brisighella è un antico borgo medievale adagiato ai piedi di tre pinnacoli di gesso su cui poggiano la Rocca Manfrediana sul colle Frisone, la Torre dell’Orologio ed il Santuario del Monticino.







Le origini di Brisighella risalgono alla fine del 1200, quando il condottiero Maghinardo Pagani edificò, su uno dei tre scogli di selenite, la roccaforte più importante della Valle del Lamone. Quell’ antico baluardo di difesa fu ricostruito nel 1548; danneggiato più volte e ridimensionato nel 1850 nella forma attuale: la Torre dell’Orologio. Alle falde sono tuttora visibili tracce di mura di antiche abitazioni. La sommità di questo colle è un punto panoramico per ammirare il paese, i gessi e i calanchi.

La costruzione della Rocca risale a Francesco Manfredi che nel 1310 ebbe il permesso da Papa Clemente di riedificare la fortezza, abbattuta dai ghibellini. Il torrione più grande è opera dei Veneziani che dominarono Brisighella tra il 1503 e il 1509.
















In evidenza nella Rocca di Brisighella sono le tecniche costruttive concepite dapprima, per fronteggiare al meglio gli assalti ad armi bianche (frecce, balestre, spade) e adeguate, poi, a soddisfare la nuova necessità di respingere i devastanti attacchi con esplosivi.


Il Santuario di Monticino, di antica tradizione mariana, il cui complesso architettonico risale al XVIII secolo, sorge sul terzo colle di Brisighella, un tempo noto come “Cozzolo” o “Calvario”, che offre una splendida visione del centro sottostante e dell’intera Valle del Lamone, fino ai confini della Toscana.

Il borgo è composto da un dedalo di antiche viuzze, tratti di cinta muraria, scale scolpite nel gesso.










Vi domina l’antica Via del Borgo, o Via degli Asini, una strada coperta del XII secolo, sopraelevata ed illuminata da mezzi archi di differente ampiezza, baluardo di difesa per la retrostante cittadella medievale. Con molta probabilità congiungeva la Porta Gabalo (o delle Gabelle) con Porta Bonfante (o Porta Buonfante).
Lo storico assedio dell’anno 1467 da parte del Duca di Urbino sortì esito negativo, in quanto da questi mezzi archi anche i valligiani organizzarono un'eroica resistenza, sconfiggendo l’assalitore.














In seguito questa via sopraelevata divenne centro di famiglie di birocciai che traevano il loro sosten-tamento dalle cave del gesso nella valle dietro l’antico abitato (da qui il nome di Via degli Asini). Questi lavoratori del gesso avevano le stalle (“cameroni”) per le loro bestie di fronte agli archi, mentre le loro abitazioni erano poste nel piano superiore. I carri da trasporto (birocce) erano collocati invece nella piazza.



A Brisighella, che ha dato i natali ad otto cardinali, gli edifici sacri sono numerosi. La Collegiata, cioè la Chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo, fu ultimata nel 1697 ed è situata in Piazza Carducci. La facciata originale è stata modificata di recente.
All’interno si possono ammirare: un crocifisso scolpito in legno d’olivo, del secolo XVI, notevole per la forza espressiva del Cristo e l’altare in stile neo-barocco (scagliola policroma) dedicato alla Madonna delle Grazie, la cui stupenda immagine (tavola lignea) è attribuita a certi pittori Mingarelli nel 1410 circa.

Brisighella è un luogo ideale per un soggiorno di relax: le acque delle sue Terme e la tranquillità che regna nel borgo e nei dintorni aiutano ad abbandonare ogni stress e a dedicarsi alla cura di se stessi.
Numerose le iniziative turistiche e culturali, miranti a far conoscere i prodotti tipici od attente a cogliere il meglio di esperienze artistiche quali jazz e danza moderna.
EVENTI
Ogni anno la città si anima, tra giugno e luglio, con le Feste Medievali.
Le Feste Medioevali brisighellesi sono partite dal 1980 per iniziativa di Andrea Vitali, studioso del Medioevo, musicologo, iconologo. Per via dei suoi contenuti e per l'allestimento scenico, particolarmente curato, furono subito coinvolte migliaia di persone e città come Assisi e Ferrara, si dimostrarono sensibili alla manifestazione, inviando ogni anno i loro gruppi in costume. Dal 1987 le Feste Medievali si propongono con un titolo specifico attinente alla cultura sacra o profana del medioevo. Per tutta la durata delle manifestazioni, si possono inoltre visitare mostre, assistere a interventi teatrali, performance e concerti. Parte integrante sono i banchetti, allestiti nelle taverne e nelle vie , dove si possono gustare piatti d'epoca, meticolosamente ripresi da antichi trattati di cucina.

Nella prima domenica di Novembre c’è la caratteristica sagra che invita a "fare il porco". La festa ripropone, infatti, l'antico rito che si svolgeva nell'aia di ogni casa colonica con l'uccisione del maiale e la lavorazione della carne da parte di abilissimi norcini. Si possono inoltre assaggiare saporiti ciccioli, profumata coppa di testa, rosei prosciutti, salsicce e dolce al migliaccio.
Nella seconda domenica di Novembre si tiene la sagra delle pere volpine, chepiccole, tonde e dure erano un prodotto tipico della Valle del Lamone. La sagra ha contribuito alla riscoperta delle proprietà di questo frutto dimenticato offrendo la possibilità di riassaporarlo. Le pere volpine vengono consumate bollite, cotte in acqua o vino, oppure al forno. Si possono gustare insieme al formaggio "conciato" di Brisighella: pecorino invecchiato in grotte di gesso con un procedimento di antica tradizione.

La terza domenica di Novembre è la volta del tartufo, il prodotto più nobile e ricercato della collina faentina. I tartufai della Valle del Lamone sono abili ricercatori di questo prezioso prodotto del sottosuolo. Durante la sagra, sono in vendita il caratteristico tubero nella varietà del bianco autunnale - che emana un profumo particolarmente intenso - e del tartufo nero.
L’ultima domenica di Novembre è per la sagra dell’olio d’oliva, che celebra e promuove il ricercato olio extra vergine, il "Brisighello" olio al quale è stato assegnato l'ambìto riconoscimento della denominazione d'origine protetta.La coltivazione dell'ulivo, in terra brisighellese, risale al tempo dei romani.

1 commento:

Roberta ha detto...

E come non dimenticare l'olio che si produce a Brisighella. Col retrogusto di cardo o di carciofo o altro ancora, provare per credere!!