martedì 13 febbraio 2007

PREMILCUORE




Sulla strada che si inerpica su per la valle del fiume Rabbi, ai margini del Parco Nazionale di Falterona-Campigna e delle Foreste Casentinesi, in una conca alle pendice del monte Rocchetta c'è il borgo di Premilcuore.
E` questo uno dei luoghi più caratteristici del crinale appenninico, in quella striscia di territorio in cui i costumi e le usanze di due regioni si uniscono e si fondono nella Romagna-Toscana.

Il Borgo stretto nel perimetro che fu un tempo quello del castello forma una ipsilon che racchiude ancora oggi belle case in pietra attentamente ristrutturate, intricati saliscendi di stradine nel cui orizzonte incombe il verde delle colline.

Premilcuore è stato, nei secoli, crocevia di genti e culture, che hanno lasciato segni inconfondibili. Il paese conserva, nell’architettura dei suoi edifici, significativi tratti che risalgono all’ età romana, allo splendore rinascimentale fiorentino ed ai fasti del ventennio. Tuttora incerte le origini della cittadina. Alcuni ritengono sia stata fondata da tribù di Galli, che, scesi in Italia, si erano stabilite nella zona dell’Appennino settentrionale intorno al IV secolo a.C. Una leggenda narra che un prode soldato romano, di nome Marcello, fuggito da Roma al tempo di Caracalla perché facente parte di una congiura contro l’imperatore, si rifugiò in questi luoghi e qui riunì e fortificò piccoli borghi già esistenti. Di sicuro nel 1124 era feudo dell'abbazia di San Benedetto: lo si deduce da una bolla di papa Callisto II.Successivamente il Castrum fu concesso ai conti Guidi di Modigliana, a cui subentrò il vicariato delle Fiumane di Bertinoro e quindi i fiorentini. Fin dal 1376 gli abitanti, in forza di statuti speciali emanati visto che il paese era ai confini con lo Stato Pontificio, godettero di una certa autonomia. Con lanciare dei secoli Premilcuore perse però l'importanza assunta, sia per i tremendi terremoti che la sconvolsero nel 1600, sia per il progressivo degrado della strada che conduceva a Firenze, ridottasi col tempo a poco più di una mulattiera. Nel 1700 gli statuti vennero aboliti. Premilcuore continuò a far parte della provincia di Firenze fino al 1923, poi fu assegnata a Forlì.

La Porta Fiorentina, alta una ventina di metri, costituisce l’accesso al castello e ai suoi piedi si apre la Piazza dei Caduti. Ha subito diversi restauri e modifiche nel corso del tempo. Infatti i merli e i beccatelli sono un'aggiunta in cemento armato della fine degli anni '20. Sotto la cella campanaria, dalle quattro finestre arcuate, è conservato un antico orologio meccanico, realizzato nel 1593. Il suo motore è costituito da due sassi che svolgendo la lunga corda di canapa per tutta l'altezza della torre imprime il movimento rotatorio all'asse e agli altri meccanismi dell'orologio.



La Porta Urbana è la porta d’accesso al centro storico, venendo da Forlì, ed è stata rimaneggiata più volte nel corso del XX sec.


Reca alla destra dell' ingresso un particolare segnale stradale, ormai introvabile.



La Pieve di San Martino è il monumento di maggiore interesse del paese. Posta fuori dal centro, ai margini del quartiere Marciolame, è un elegante edifico tardo rinascimentale di matrice toscana. Eretta sulle rovine di un tempio pagano attorno all'anno mille, subì diversi rifacimenti fino al restauro degli anni 1933-40. La struttura attuale risale alla seconda metà del 1500.
L'interno è a tre navate divise da sette ampie arcate a tutto sesto. La navata centrale è ricoperta da un tetto a capriate lignee, mentre le due navate laterali hanno volte a crociera. Sono numerosi i quadri e c'è un prezioso crocifisso del XV secolo.
La religiosità del luogo è visibile lungo le strade nei vari tabernacoli che per lo più raffigurano la Madonna con il Bambino.
















Il Palazzo Briccolani, in Piazza Ricci, è un'imponente costruzione rinascimentale, a tre piani, con portali a bugne ed a punta di diamante. Notevoli le inferriate a disegni geometrici. Fu abitato nel corso del tempo dai notabili del luogo fra cui Lucia della Massa (morta il 16 giugno 1711) moglie di Giulio Cesare de' Medici, Gonfaloniere del Comune a cavallo tra XVII e XVIII. Oggi è sede di una bottega di ceramiche e pelletteria che allinea in una lunga teoria di sale oggetti in ceramica, quadri e pelletteria.








A 50 metri dalla Porta di Sotto sono ancora visibili due snelle torrette lungo il perimetro dell'antica cinta muraria che cingeva il castello, ossia l'antico borgo sorto ai piedi della Rocca dei Guidi. Dell'antica murata, aperta dalle due porte Fiorentina e Porta di Sotto, rimangono ancora ampi tratti, in gran parte inglobati in successive costruzioni.














1 commento:

Lucy della ribalta ha detto...

Capitelli... io mi limito a quelli del Veneto che sono già troppi.
Ho salvato questo blog nel mio segnalibri perchè mi hai fatto venir voglia di fare un giro da quelle parti. Molto ho già visto e molto devo ancora vedere.
Grazie