L’edificio è strutturato su tre piani. In quello più basso, quasi del tutto interrato, vi è collocata la turbina, ossia una ruota idraulica con pale a semicucchiae in rovere movimentata dal flusso d’acqua convogliato dalla condotta che collega il “bottaccio” (la vasca d’acqua esterna) al mulino. Il moto della ruota viene trasmesso al piano superiore attraverso un “albero” che la collega alle due macine disposte orizzontalmente, costituite da dischi di pietra, di notevole diametro e peso. Ogni macina è formata da un disco inferiore, fisso e da uno superiore, mobile, con la centro una “bocca” per il passaggio del grano e delle castagne da macinare. Esiste un dispositivo di regolazione della distanza fra le macine. La farina prodotta viene raccolta in un contenitore di pietra, detto “matriccio”, prospiciente le macine. L’ultimo piano del Mulino è l’abitazione della famiglia Mengozzi.
L’acqua destinata ad alimentare il mulino viene prelevata dal torrente attraverso una presa costituita da una briglia in legno di castagno. Mediante questa chiusura artificiale l’acqua si alza di livello scorrendo in un canale laterale lungo il quale esistono delle bocche di sfioro che provvedono a controllare il flusso dell’acqua. Al termine si trova una vasca (il “bottaccio”) da cui l’acqua cade direttamente, attraverso la “tromba”, sulla ruota idraulica di alimentazione delle macine. La forma conica del bottaccio e il dislivello di circa 8 metri consentono una notevole pressione dell’acqua sulle pale della turbina.
1 commento:
Mi piace molto la foto del torrente!!
Posta un commento